DATI CONTENUTI NELLA BANCA DATI ESPOSIZIONE
Il PAF è predisposto per riportare con esattezza le caratteristiche sia del macchinario valutato che delle sorgenti in esso installate all’atto della valutazione.
Per ciascun macchinario o apparato presente nel PAF vengono fornite due tipologie di dati:
La banca dati contiene anche documenti PDF associati al macchinario specifico, qualora siano disponibili dati analitici di interesse sia sulle valutazioni in campo che su bonifiche efficaci realizzate sullo specifico macchinario ai fini della riduzione dell'esposizione dei lavoratori.
La banca dati riporta altresì tipologie di apparechiature comunemente reperibili in luoghi di lavoro che non richiedono specifichi approfondimenti valutativi (es. macchine da ufficio, computer, wi-fi etc.) oppure che richiedono misure di tutela specifiche generalizzabili per ciascuna tipologia (es. uso cellulari, carrelli elevatori, elettroutensili etc.), in accordo con quanto espresso dall Guida non Vincolante di Buone Prassi per l'Attuazione della Direttiva 2013/35/UE relativa ai Campi Elettromagnetici
Le misure di tutela da adottare per ciascun macchinario indicste in banca dati sono desunte o dalle valutazioni effettuate in campo e/o dalle istruzioni fornite dal fabbricante sul manuale d'istruzioni ed uso, qualora da questi indicate, e/o dalla Guida non Vincolante di Buone Prassi per l'Attuazione della Direttiva 2013/35/UE relativa ai Campi Elettromagnetici
Esempio scheda risultati misure per un apparato di magnetoterapia
In Figura sono mostrati i risultati delle misurazioni eseguite su un apparato per magnetoterapia. Nelle prime colonne viene descritta la posizione del punto di misura. Segue la frequenza dominante, da un punto di vista energetico, del segnale in uscita. Essendo le emissioni dell'apparato oggetto di misurazione in genere caratterizzate da uno spettro che comprende molte frequenze, i risultati delle grandezze misurate (colonna 7) sono dati in termini di percentuali (colonna 8) rispetto ai liveli di azione prescritti per i lavoratori ovvero rispetto ai livelli di riferimento per la popolazione generale. Nell’ultima colonna di solito sono indicate le condizioni di funzionamento del macchinario durante la misura.
In generale le emissioni di CEM rilevate devono essere espresse utilizzando indici percentuali in accordo con quanto prescritto dalla Direttiva Europea 2013/35 recepita con D.lgvo n.159 1 agosto 2016 che afferma che il metodo più indicato per valutare gli effetti di stimolazione è quello del “picco ponderato”, mentre per gli effetti termici si utilizza la somma dei contributi quadratici.
Essendo i limiti di esposizione dipendenti dalla frequenza, nel caso di un segnale con componenti spettrali a più frequenze, non ci si può riferire ad un unico valore del limite.
Osservando le distanze di misura (colonna 2 e 3 in figura) si nota che esse sono state eseguite sia in posizioni molto ravvicinate che più lontane. In generale la scelta dei punti di misura è vincolata alle postazioni abitualmente occupate dai lavoratori ed alla stima della distanza di rispetto dei livelli di riferimento per la popolazione generale: in questo caso i punti di misura possono trovarsi anche a qualche metro di distanza dalla sorgente.
Nella parte finale di ogni scheda di valutazione sono indicate le distanze di rispetto dei limiti sia per i lavoratori che per la popolazione. Allo stato attuale i limiti per i lavoratori presi in considerazione sono i livelli di azione inferiori per i lavoratori ai sensi della Direttiva Europea 2013/35/CE.
Invece la presenza in tutte le schede di misura della distanza di rispetto dei limiti per la popolazione, merita qualche ulteriore precisazione.
E’ importante al riguardo tenere sempre presente nella gestione del rischio CEM che per “lavoratore” non si deve intendere una qualsiasi persona al lavoro, ma piuttosto un lavoratore professionalmente esposto, cioè addetto ad una mansione che può comportare necessariamente l’esposizione ai campi elettromagnetici superiori ai livelli di riferimento per la popolazione generale. Per tutti gli altri lavoratori (considerati quindi non professionalmente esposti) dovranno essere applicati i valori limite valevoli per la popolazione generale, che garantiscono l’assenza di effetti su qualsiasi soggetto esposto, anche con controindicazioni specifiche. I valori limite specificati per la popolazione generale assumono dunque rilevanza anche nei luoghi di lavoro, in relazione a tutti gli addetti non professionalmente esposti. Per questo motivo la zonizzazione di una sorgente di campo elettromagnetico deve essere eseguita considerando sia i livelli di riferimento per la popolazione che i valori di azione per i lavoratori.
Esempio di zonizzazione finale: nell'esempio la distanza di rispetto per i lavoratori non professionalmente esposti è di 40 cm.
ASSENTE | Zona 2 è la zona nella quale i livelli di esposizione superano i valori di azione inferiori stabiliti dal DLgs 81/2008 e smi | |
0.4 m | Zona 1 è la zona all'interno della quale i livelli di esposizione superano i livelli di riferimento per la popolazione indicati dall'ICNIRP nelle Linee Guida del 1998 ma sono inferiori o uguali ai valori di azione inferiori stabiliti per i lavoratori dal DLgs 81/2008 e smi |
MODALITA’ DI CORRETTO UTILIZZO DEI DATI CONTENUTI NELLA BANCA DATI
I dati di esposizione riportati nella Banca Dati possono essere usati ai fini della valutazione del rischio solo per apparati integri, e quando le specifiche tecniche dell’insieme macchinario - sorgente presente sul posto di lavoro e le modalità di utilizzo del macchinario coincidono con quelle riportate nel PAF – Banca dati esposizione e/o con quanto specificato dal costruttore nel manuale di istruzioni ed uso.