La UNI ISO 2631-1 prevede due metodi addizionali per vibrazioni impulsive:
- quello della quarta potenza della dose delle vibrazioni, caratterizzato dal descrittore VDV (acronimo dell’inglese vibration dose value);
- quello dei valori r.m.s. costanti, caratterizzato dal descrittore MTVV (acronimo dell’inglese maximum transient vibration value).
Considerata l’assenza di valori limite di accettabilità per l’MTVV, il metodo della quarta potenza della dose delle vibrazioni è quello che si è progressivamente affermato come riferimento specifico per la quantificazione delle vibrazioni impulsive. Tale metodo non richiede sensori diversi da quello utilizzato per la tradizionale misura di accelerazione, ma richiede un’analisi dedicata che integri nel tempo il segnale istantaneo della forma d’onda. Si esegue un’unica misura caratterizzata da una durata paragonabile alla somma delle tre misure richieste per il metodo base, ovvero almeno 12 – 15 minuti. Il valore desiderato di VDV relativo all’intera durata dell’esposizione si ottiene moltiplicando il valore misurato per la radice quarta del rapporto fra il tempo di esposizione e il tempo di misura. Il risultato può essere confrontato con i valori di azione e limite indicati nella Direttiva Europea 2002/44/CE (tab. C.15.1)
Si veda anche l’Appendice A del testo “La valutazione del rischio vibrazioni”, INAIL 2018.
È raccomandabile eseguire una misura che consenta il calcolo in parallelo sia dell’accelerazione r.m.s. () sia del VDV per tutte quelle esposizioni che si presume possano contenere eventi impulsivi, quali ad esempi tutte le lavorazioni a bordo di mezzi su percorsi accidentati, dossi, buche, o che prevedano impatti ripetuti (es.escavatori, scambi di binari etc.)