La valutazione dello stress termico da ambiente freddo prevede che vengano valutati sia il raffreddamento globale, ovvero del corpo nella sua interezza, sia i raffreddamenti locali di singole parti del corpo (soprattutto mani, piedi e testa).
Il raffreddamento globale viene valutato utilizzando l’indice IREQ (Insulation REQuired) descritto nella norma UNI EN ISO 11079 [12]. L’indice IREQ è definito come l’isolamento termico richiesto nelle condizioni termiche in esame per mantenere il corpo in uno stato con livelli accettabili di temperatura del corpo e della pelle.
L’indice IREQ può essere applicato quando sono soddisfatte le seguenti condizioni:
ta < 10 °C
0,4 m/s < va < 18 m/s
Icl > 0,078 m2K/W (0,5 clo)
La valutazione si esegue confrontando l’isolamento termico “risultante” (Icl,r) dell’abbigliamento di cui dispone il lavoratore con due valori di riferimento IREQmin e IREQneu.
L’isolamento termico “risultante” (Icl,r) si ottiene correggendo (in pratica riducendo) il valore di isolamento termico statico (Icl) per tener conto della penetrazione dell’aria ambiente attraverso il vestiario. Il fattore di correzione dipende dalla velocità con cui si sposta il lavoratore (deducibile dal metabolismo energetico), dalla velocità dell’aria nell’ambiente (misurabile) e dalla permeabilità all’aria del vestiario (riguardo alla quale si veda la FAQ B.2). Non è richiesto il calcolo esplicito dell’isolamento termico risultante (Icl,r) in quanto esso viene eseguito implicitamente dal software (fornito a supporto della centralina di misura oppure on-line) che esegue la procedura di valutazione indicata dalla norma UNI EN ISO 11079. E’ sufficiente che al software vengano forniti i valori dei sei parametri fondamentali e della permeabilità all’aria dell’abbigliamento indossato (vedi FAQ B.4).
Quanto ai due valori di isolamenti termico richiesto:
il valore IREQmin rappresenta l’isolamento termico minimo in grado di mantenere il corpo in equilibrio termico a livelli subnormali di temperatura corporea;
il valore IREQneu rappresenta l’isolamento termico necessario per garantire la neutralità termica ovvero l’equilibrio termico mantenuto per livelli normali di temperatura media del corpo,
risultando sempre IREQmin < IREQneu.
Confrontando l’isolamento termico risultante dell’abbigliamento Icl,r con i due valori di riferimento IREQmin e IREQneu possono verificarsi 3 casi:
Icl,r < IREQmin:
l’abbigliamento in esame risulta insufficiente, ovvero non fornisce un adeguato isolamento termico per prevenire il raffreddamento globale. E’ necessario quindi aumentare l’isolamento termico oppure ridurre la durata dell’esposizione al di sotto delle 8 ore della giornata nominale.
IREQmin < Icl,r < IREQneu:
l’abbigliamento risulta sufficiente per prevenire il raffreddamento globale. Non è necessaria alcuna altra azione relativamente agli aspetti legati al raffreddamento globale ad eccezione di una valutazione degli eventuali effetti del raffreddamento locale;
Icl,r > IREQneu:
l’abbigliamento risulta eccessivo e c’è il rischio di surriscaldare il corpo facendolo sudare. Tale condizione è da evitare e pertanto è necessario ridurre l’isolamento.
La stessa norma UNI EN ISO 11079 fornisce anche il criterio con il quale valutare il raffreddamento locale. In questo caso si valuta il “convective cooling”, ovvero il raffreddamento che si verifica quando la bassa temperatura si combina con la presenza di vento che, accelerando la perdita di calore dal corpo, raffredda la pelle abbassandone la temperatura.
Questo tipo di raffreddamento viene quantificato mediante una quantità detta Wind Chill Temperature (twc, temperatura di raffreddamento da vento), calcolata mediante la relazione:
dove
ta è la temperatura dell’aria;
10 è la velocità locale del vento ad una quota di 10 m dal suolo, ricavabile dalle stazioni meteo oppure misurando la velocità dell’aria al suolo e amplificandola di 1,5 volte.
Una volta nota twc si determina la classe di rischio e l’effetto provocato sulla pelle utilizzando la Tabella D.2 della norma UNI EN ISO 11079.
Un altro tipo di raffreddamento locale è legato al contatto con superfici fredde (conductive cooling) che può causare effetti acuti quali dolore, intorpidimento e congelamento.
Tale problematica viene trattata nella norma UNI EN ISO 13732-3 [17] dove attraverso una serie di grafici si possono stabilire i valori limite di temperatura per le superfici fredde solide in funzione della tipologia di contatto, del materiale con cui è realizzata la superficie, del tipo di effetto procurato.