L’ambiente termico si può definire stazionario in relazione al soggetto esposto quando i tempi scala di eventuali variazioni dei principali parametri ambientali (ed in particolare della temperatura) sono significativamente più lunghi rispetto ai tempi scala con i quali il soggetto stesso è in grado di adattarsi.
Un possibile criterio quantitativo per stabilire la stazionarietà di un ambiente termico è definito nelle sezioni 8.2 e 8.3 della norma UNI EN ISO 7730 [9], nel contesto della valutazione del comfort.
Nel caso di variazioni cicliche, esso richiede che la variazione picco – picco della temperatura dell’aria sia inferiore ad 1°C. Non è chiarissimo cosa si debba intendere per “variazione picco – picco”, visto che il campionamento della temperatura avviene con modalità non specificate. Si assume che essa possa essere interpretata come “la differenza fra il valore massimo e il valore minimo acquisiti”.
Nel caso di derive termiche, esso richiede che la variazione per unità di tempo della temperatura dell’aria (derivata dT/dt) sia inferiore a 2°C/h.