Negli ambienti moderabili in cui il numero di postazioni di lavoro è limitato (indicativamente fino a 4) si raccomanda di eseguire una misura per ciascuna postazione di lavoro.
Negli ambienti che contengono un numero superiore di postazioni di lavoro, il numero di postazioni di misura può essere inferiore (anche notevolmente) al numero di postazioni di lavoro. Il criterio base è che il numero di punti di misura sia il minimo sufficiente ad evidenziare le eventuali disomogeneità spaziali dell’ambiente termico e di conseguenza a fornire una caratterizzazione rappresentativa dell’ambiente lavorativo. In un ambiente termicamente moderabile, pertanto privo di sorgenti termiche significative al suo interno legate al ciclo produttivo, le eventuali disomogeneità sono attribuibili a fattori strutturali. Indicativamente l’elemento che maggiormente incide nel creare disomogeneità nell’ambiente termico è rappresentato dalla presenza, dalla dimensione e dalla orientazione di superfici vetrate (o comunque trasparenti), e/o dalla presenza di pareti/soffitti/pavimenti riscaldati in modo non uniforme.
Alcune indicazioni di massima sono:
in presenza di superfici vetrate su più di una parete e di dimensioni complessive significative rispetto all’area in pianta del locale, l’ambiente tende ad essere termicamente omogeneo e 2 – 3 misure possono risultare sufficienti nel fornire una adeguata caratterizzazione di tutta l’area;
in presenza di superfici vetrate su un’unica parete si crea una stratificazione termica lungo la direzione perpendicolare alla superficie vetrata stessa. In questo caso a seconda delle dimensioni dell’ambiente in esame possono essere necessarie fino a 5 – 6 misure.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al manuale INAIL [37].​